Vino, birra e alcolici vegan. Quali sono e come riconoscerli
Che si tratti di vino, birra o alcolici, possiamo darti una buona notizia: la maggior parte sono vegani.
Purtroppo però non sempre abbiamo la certezza che tutti lo siano, perché – oltre alle sostanze segnalate tra gli ingredienti – potrebbero esserne state impiegate altre nel loro processo di produzione, la cui presenza non è riportata in etichetta. Si tratta dei cosiddetti “coadiuvanti tecnologici”, ossia le sostanze che vengono addizionate durante il processo di produzione, per perseguire scopi ben specifici. In questo caso vengono utilizzati soprattutto per la filtrazione e la chiarificazione.
Esistono però anche tantissimi additivi di origine vegetale o minerale capaci di svolgere le stesse funzioni di quelli di origine animale. È sufficiente qualche piccolo accorgimento per consentirci di consumarli senza preoccuparci troppo. E sia chiaro, non è un invito ad abusarne 😉
Per avere la certezza di bere una bevanda 100% vegan abbiamo diverse soluzioni:
1) Contattiamo il produttore e chiediamo quali additivi sono stati utilizzati
2) Acquistiamo solo prodotti certificati vegan
3) Ci affidiamo a Barnivore.com, il database più completo e aggiornato al mondo, con oltre 53.000 prodotti controllati tra vino, birra e alcolici di ogni tipo
Ma ora ti spieghiamo, nel dettaglio, perché queste bevande potrebbero non essere vegan e come fare a riconoscerle.
Vino

Al contrario di ciò che siamo portati a pensare, il vino non solo non è sempre vegan, qualche volta non è nemmeno vegetariano. Sebbene si tratti di un prodotto a base d’uva, per la sua produzione, potrebbero essere stati utilizzati l’albumina d’uovo, la caseina e i caseinati (proteine del latte) colla d’ossa, la colla di pesce e la gelatina.
Queste proteine si legano ai residui di produzione del vino, consentendo loro di depositarsi sul fondo e vengono poi rimossi dal prodotto finale, pertanto non ne rimane traccia nemmeno in etichetta. La questione potrebbe rivelarsi spinosa, per questo motivo l’indicazione più utile non è leggere gli ingredienti, ma cercare direttamente vini con una certificazione vegan, che utilizzano chiarificanti di origine minerale o vegetale, oppure contattare la cantina che lo produce. La produzione di vini vegan, che fino a pochi anni fa vantava solo pochissime cantine, si sta ampliando sempre di più ed è sempre più richiesta soprattutto all’estero. Querciabella, Cantine Pizzolato, Le Carline sono solo alcuni dei vini vegani più conosciuti e apprezzati, ma se ne trovano molti altri in tutti i supermercati.
Birra

Sappiamo tutti che gli ingredienti principali della birra sono il malto d’orzo, il luppolo, il lievito e l’acqua, ma nemmeno in questo caso possiamo essere sicuri al 100% di consumare un prodotto senza ingredienti di origine animale. Come nel caso del vino, anche nel processo di produzione delle birre sono talvolta impiegati coadiuvanti di origine animale per la sua chiarificazione e filtraggio.
Tra questi si possono trovare: la colla di pesce, gelatina, caseina e lattosio anche in questo caso non presenti in etichetta. Alcune varietà particolari di birra possono contenere latte (le si riconosce dalla consistenza più densa) miele o addirittura carne e pesce. Si tratta però di prodotti “particolari” pubblicizzati come tali, per cui riconoscerle è sicuramente più semplice. Quindi come riconoscere una birra vegan e cosa potresti ordinare quando vai al pub?
Ecco alcuni consigli:
- Se ti trovi in una birreria artigianale puoi optare per una birra non pastorizzata e non filtrata.
- Le birre più famose consumate in Italia sono vegan! Ad esempio la famosissima Guinnes è diventata vegan con l’eliminazione permanente della colla di pesce utilizzata per il filtraggio, lo sono anche la birra Moretti, la Peroni, la Nastro Azzurro, l’Ichnusa, la Heineken e la Beck’s.
- Nel caso di dubbi, utilizza il database o contatta l’azienda produttrice. Sarà loro interesse risponderti nel minor tempo possibile.
Bevande alcoliche

La maggior parte dei superalcolici sono vegan, ma bisogna stare attenti anche in questo caso ai vari processi di chiarificazione, non solo alla presenza di ingredienti di origine animale.
Alcune bevande alcoliche potrebbero contenere panna o latte, miele, uova oppure coloranti non vegan. Controllare le etichette talvolta ci aiuta, ma non ci garantisce che non siano presenti, perché riportare gli ingredienti non è attualmente obbligatorio. Proprio in questi anni gli Stati dell’UE dovrebbero adeguarsi al Regolamento Europeo 2019, ma a oggi solo il 40% degli Stati che compongono l’Unione Europea ha leggi in merito. Il database Barnivore.com si rivela, come abbiamo ormai capito, la soluzione più utile. Abbiamo però qualche consiglio per farti “accendere la lampadina” e indagare meglio sulle bevande alcoliche. Ecco qualche indicazione per orientarti:
- Presta particolare attenzione alle creme. Questi sono gli alcolici ai quali bisogna stare più attenti. La loro consistenza cremosa è infatti spesso data dalla presenza di latte o panna. Controlla bene l’etichetta quando ti trovi davanti, ad esempio, una crema al cioccolato, quella di liquirizia, la crema di limoncello, cedro o qualsiasi altro prodotto dalla consistenza un po’ densa. La presenza di latte o panna è segnalata nella confezione perché si tratta di un allergene.
- Controlla le bevande di colore rosso. Capita infatti che venga utilizzata la cocciniglia, chiamata anche carminio o (più probabilmente) E120, un additivo ottenuto dagli insetti.
- Tieni a mente il nome degli alcolici realizzati con ingredienti di origine animale. Ne sono un esempio il Vov, tradizionalmente realizzato con l’uovo, il tradizionale Baileys che contiene panna e i Rum al miele.
Abbiamo però buona notizia! Per il Baileys esiste la soluzione. È infatti da qualche anno in commercio il Baileys Almande, realizzato con il latte di mandorla, ed è davvero buonissimo!