Veganuary: ecco perché partecipare
Anno nuovo, vita nuova? Provaci davvero con Veganuary!
Si tratta della campagna veg più famosa del mondo, con partecipanti da tutte le parti del globo e che vede il coinvolgimento anche di molte aziende del settore alimentare con il lancio di nuovi prodotti e offerte speciali.
COSA SIGNIFICA VEGANUARY?
Veganuary è l’unione delle parole “Vegan” e “January” perché gennaio è il mese dei buoni propositi: quindi perché non provare a mangiare vegan per un mese?
L’iniziativa nasce nel 2014 in Inghilterra da un’associazione no profit e dal 2020 è arrivata anche in Italia grazie alla partnership con noi di Essere Animali.
Veganuary lo scorso anno ha registrato numeri altissimi: più di 620 mila persone nel mondo hanno accettato la sfida di mangiare vegetale per un mese!
PERCHÉ DOVREI FARLO?
C’è ancora chi è scettico sulla scelta vegana e ha dei pregiudizi in merito, probabilmente perché si hanno informazioni errate a riguardo, ma soprattutto perché non lo si ha mai provato sulla propria pelle! Oggi vogliamo raccontarti perché provare un mese di alimentazione vegetale sarà una scelta di cui non ti pentirai e anzi, magari avrai il rimpianto di non averlo provato prima!
PER GLI ANIMALI

C’è differenza tra un cane e un maiale? Tra un gatto e una mucca? Sono tutti animali, la differenza sta nella nostra percezione.
ALLEVAMENTI INTENSIVI
Per produrre carne, pesce, latte e uova, gli animali sono allevati in modo intensivo e privati di ogni diritto, in ultimo quello alla vita che gli viene privata quando sono ancora molto giovani: la media di un pollo è di circa 40 giorni di vita, un coniglio 90 e una mucca, che normalmente vivrebbe fino a 20 anni, non supera i 5. Negli allevamenti intensivi, gli animali vengono mutilati per evitare che si feriscano tra loro oppure castrati senza anestesia. Vivono ammassati in gabbie dove non gli è possibile in alcun modo saltare, volare o camminare e questa condizione genera in loro forte stress. Infine, l’unico momento in cui vedono il mondo esterno è quello in cui vengono caricati in massa su un camion e portati al macello, spaventati e in condizioni terribili.
E IL PESCE?
Per quanto riguarda il consumo di pesce, più del 50% proviene da allevamenti ittici, dove i pesci sono costretti a vivere in condizioni stressanti e innaturali. La sofferenza degli animali marini è spesso sottovalutata, ma molti studi ormai hanno ribadito e sottolineato che sono in grado di provare dolore. Nonostante ciò, i pesci sono i meno tutelati e vengono sottoposti a violenze che non sarebbero concesse e accettate su animali di altre specie.
Sappiamo che quelli che hai letto sono dati da capogiro, ma ci sono buone notizie: scegliendo di mangiare mangiare vegetale salveresti circa 400 animali in un anno!
Se vuoi approfondire questo tema, clicca qui.
PER IL PIANETA

CRISI CLIMATICA: C’ENTRANO GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI?
L’attenzione verso la crisi climatica è sempre più alta. La prima cosa a cui pensiamo sono fabbriche, gas di scarico, trasporti, impianti di riscaldamento e raffreddamento delle abitazioni, gestione dei rifiuti e soluzioni per passare all’utilizzo di energie rinnovabili. Ma se questo rimane comunque un tema importante, è necessario sapere che il principale impatto umano circa l’emissione di gas serra sono l’industria della carne e degli allevamenti. La produzione di carne è responsabile da sola del 18% delle emissioni di gas serra, più del settore dei trasporti. Gli allevamenti intensivi sono tra le maggiori cause di formazione di polveri sottili (Pm10), secondi solo ai riscaldamenti delle case. Non è un caso, infatti, che le zone dove più si concentrano gli allevamenti siano quelle con maggior produzione di Pm10.
DISBOSCAMENTO E SPRECO DI RISORSE
Un altro fattore importante da considerare è il disboscamento e lo spreco delle risorse: per produrre i cereali necessari agli animali allevati si sfrutta il 77% delle terre agricole del pianeta, producendo però solo il 17% del fabbisogno calorico globale. Un grande spreco, considerando che nel mondo una persona su nove soffre la fame e una su tre ha una forma di malnutrizione (Global Environmental Change). La quantità di cereali coltivata nel mondo potrebbe sfamare 10 miliardi di persone, ma la maggior parte sono destinati agli animali negli allevamenti.
LE RISORSE IDRICHE
In ultimo, le risorse idriche: l’86% di tutta l’acqua usata nel mondo serve per coltivare cibo e 1/3 di quest’acqua è destinata alla produzione di derivati animali. Basta pensare che un burger di manzo ha un’impronta idrica media di 2350 litri: è l’acqua che un essere umano beve in tre anni, equivale a 11750 bicchieri! Un burger di soia, invece, ha un’impronta idrica pari a solo il 7% del suo equivalente di carne (Ecological Indicators). Sappiamo che non si può avere un impatto zero sul pianeta, ma si può fare il possibile per ridurlo e migliorare la qualità di vita facendo delle scelte consapevoli. Se t’incuriosisce sapere quale impatto possono avere i cibi che consumiamo, ti consigliamo di provare il nostro Footprint Calculator, un calcolatore della nostra impronta ecologica nel mondo.
Negli anni abbiamo imparato a fare la raccolta differenziata, a chiudere l’acqua del rubinetto quando ci laviamo i denti, ma questi gesti, sebbene siano importanti, non sono sufficienti: bisogna iniziare a fare la differenza anche a tavola.
PER LA SALUTE

La scelta di un’alimentazione vegetale è promossa in tutte le fasi della vita, anche a partire dalla nascita!
Tutti traggono vantaggio da un’alimentazione 100% vegetale: anziani, bambini, sportivi e non. È ormai ampiamente superato il falso mito per cui seguendo una dieta vegana l’apporto di proteine sia inferiore e soprattutto che le proteine vegetali siano incomplete rispetto a quelle animali. Diversi studi certificano che le alimentazioni vegetariane e vegane correttamente pianificate sono salutari dal punto di vista nutrizionale e anzi conferiscono benefici per la salute nel trattamento e nella prevenzione di alcune patologie. Entrando più nello specifico, un’alimentazione plant-based contribuisce a salvaguardare l’aumento del colesterolo e a prevenire l’obesità, il diabete di tipo 2 e l’insorgenza di malattie cardiovascolari, che sono la prima causa di morte al mondo.
DANNI COLLATERALI DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
Oltre ai problemi legati alla salute, ci sono anche danni collaterali derivanti dagli allevamenti intensivi, come le malattie zoonotiche e l’utilizzo massiccio di antibiotici. L’Italia ha purtroppo un triste primato: si trova sul podio (terzo posto) dei paesi in cui vengono usati più antibiotici nell’industria zootecnica. Questo dato ci deve mettere in allarme sull’antibiotico resistenza, di cui il consumo di prodotti animali è una delle principali cause di diffusione.
È quindi evidente che un’alimentazione vegetale apporti benefici alla nostra salute, ma anche a quella dell’ambiente. Se hai ancora dubbi e domande, ti consigliamo di guardare sul nostro canale YouTube la playlist “Le bacche di Goggi“: brevi video in cui la dottoressa Silvia Goggi, medico specialista in scienze dell’alimentazione, risponde a dubbi e domande sull’alimentazione veg (ferro, proteine, omega 3, calcio..).
ACCETTI LA SFIDA?
Allora, ti abbiamo convinto a provare Veganuary per un mese? Prendilo come un gioco, il primo dei buoni propositi per il 2023. Pensa che sarai in buona compagnia, parteciperanno persone da tutta Italia e da tutto il mondo! Ogni giorno, inoltre, riceverai ricette e consigli per scoprire quanto è facile e prelibata un’alimentazione senza ingredienti di origine animale. Infine, sulla pagina IoScelgoVeg ci saranno tante sorprese!
E se mi capita di mangiare un prodotto animale? Non verrà a prenderti la polizia vegana a casa! Non ti preoccupare, Veganuary dura 31 giorni, il giorno seguente ricomincerai a seguire un’alimentazione veg!
Iscriviti qui e ricorda di selezionare come data di inizio l’1 gennaio per non perdere i contenuti.
E allora pronti, partenza… Veganuary!