Vegani: pregiudizi vs realtà
Quante volte capita di sentire pregiudizi negativi sui vegani?
Dietro a ogni pregiudizio c’è un fraintendimento o una semplificazione, ma anche delle motivazioni che l’hanno generato. Qui raccogliamo i principali e li affrontiamo a viso scoperto.
Estremisti? No, ambiziosi
Quante persone nel passato sono state considerate estremiste o pazze per le idee che poi sono diventate le idee di tutti? Una volta pensavamo che la terra fosse piatta e chi diceva il contrario era un eretico. La schiavitù era legale e considerare superiore la razza bianca era normale. Fino al secolo scorso le donne erano persone di serie b e a loro non era permesso votare. Fino a qualche decennio fa l’omosessualità era considerata una malattia.
Oggi tutto questo ci sembra assurdo, ma saremmo ancora là se non fosse stato per delle persone che hanno avuto il coraggio di sostenere le loro idee. Per questo i vegani possono anche essere considerati estremisti, ma un giorno saranno visti solo come ambiziosi.
Utopici? No, realisti
Quello a cui aspira chi è vegano è un cambiamento mondiale ed epocale che probabilmente impiegherà molte generazioni per realizzarsi, ma ciò non vuol dire che sia un’idea ingenua o solo un’utopia.
L’impatto degli allevamenti sul nostro pianeta ha quasi superato quello dei combustibili fossili per produzioni di gas serra ed è il primo quando si parla di disboscamento, non parliamo poi di consumo di acqua e inquinamento del suolo. Con l’aumento della popolazione e della domanda dei prodotti di origine animale nei paesi emergenti il fenomeno sarà ancora più grave e a quel punto sarà anche difficile rispondere al fabbisogno alimentare.
A fronte di tutto ciò, un’alimentazione vegana appare una risposta molto pragmatica e razionale se vogliamo continuare a vivere su questo pianeta.
Cagionevoli? No, salutari
Lo stereotipo del vegano emaciato è un classico, ma basta scorrere i protagonisti vegani dello sport per capire che essere vegani non ti rende fragile, ma anzi ti fa evitare di assumere farmaci e antibiotici di cui si fa largo uso negli allevamenti intensivi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha anche confermato che carne e latte possono favorire l’insorgere di vari tipi di tumore.
Se si guarda a quelli che sono gli elementi che ci servono, si può ben capire che una dieta vegana è adatta a qualsiasi tipo di persona: bambini, donne in gravidanza e allattamento, studenti, sportivi, anziani. L’importante è mantenere un’alimentazione equilibrata.
Martiri? No, golosi
Certo, decidere per una alimentazione vegana è una scelta che implica delle accortezze e un cambio di stile di vita se si è abituati a una dieta che abbonda di prodotti di origini animali. Ma di certo fare questo passo non è un sacrificio.
Molti piatti della tradizione sono già vegani, ma se non bastasse la cucina vegan è per definizione molto varia e innovativa. Bisogna solamente aprire un po’ la mente e scoprire nuovi sapori.
Umanizzanti? No, empatici verso gli animali
Credere che un animale abbia il diritto di non soffrire proprio come ce l’ha un essere umano non vuol dire credere che un animale sia uguale a un essere umano.
Un vegano sa benissimo che gli animali non hanno la complessità di pensiero degli esseri umani. Ciò non vuol dire che non si possano riconoscere sofferenza, intelligenza, gioia, paura in altri esseri viventi, basta aprire gli occhi per vedere queste emozioni.
Quando esce la notizia di un cane che sta imperterrito sulla tomba del padrone o magari di un animale che ne ha salvato un altro, si sente spesso dire che “si comportano più umanamente di noi”. Ma questo si dice solo perché si dà per scontato che le emozioni siano una prerogativa umana. Non è così.
Perché nascono i pregiudizi sui vegani?
I pregiudizi sono veri. Esatto, dopo tutto quello che è stato scritto qui sopra, va detta la verità. Esistono persone vegane che non rispettano chi non la pensa come loro, esistono vegani emaciati, esistono vegani che considerano gli animali come esseri umani. Ma tutte queste categorie esistono anche tra le persone non vegane. I motivi per cui da singoli casi si arriva a una generalizzazione sono sempre due: ignoranza e comunicazione sbagliata. Una dipende da chi non è vegano e l’altra da chi lo è.
Molto spesso chi parla male del veganismo e dei vegani lo fa senza aver approfondito la questione. Anche tra i media c’è poi una moda di riportare e ingigantire notizie che alimentano una certa idea di diffusa intolleranza tra i vegani. Si tratta di notizie che se approfondite risultano in genere non vere, parziali o circoscritte.
Allo stesso tempo una comunicazione sbagliata può essere davvero dannosa. Chi è vegano e insulta o offende chi mangia carne, purtroppo genera solo un effetto repulsivo. Questo non vuol dire mostrarsi sempre carini e simpatici. Non si tratta nemmeno di una questione di educazione, la disobbedienza civile è per esempio un mezzo che sosteniamo per far valere le nostre battaglie. Ma tra lottare convintamente per le proprie idee e non rispettare gli altri c’è un confine che bisogna essere in grado di mantenere.