Gli italiani mangiano sempre più vegano, lo dicono i consumi
Avrete già letto come quest’anno sembri calato il numero di persone che seguono uno dieta vegana in Italia. A volte i numeri possono sembrare scoraggianti, ma bisogna leggerli tutti per avere un quadro completo della situazione.
La premessa
L’istituto Eurispes aveva già diffuso qualche mese fa il Rapporto Italia 2018, confermando che i vegetariani e vegani si rappresentano come l’anno precedente tra il 7 e l’8% della popolazione, segnalando però un calo dei secondi dal 3% allo 0,9%. Preso da solo, il dato potrebbe darci qualche sconforto.
Una recente ricerca ha però constatato l’aumento continuo dei consumi e del giro di affari degli alimenti considerati “veggie”. Com’è possibile?
Lo studio
L’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy è uno studio che monitora i nuovi fenomeni di consumo. Ogni sei mesi fornisce e aggiorna le informazioni.
La ricerca evidenzia come il menu degli italiani è sempre più improntato al vegetale. Il trend è rivelato dalla crescita delle vendite degli alimenti che si presentano in etichetta come adatti a vegetariani o vegani.
Parliamo di alimenti che si avvicinano sempre più ad acquisire un peso analogo a quello del biologico. Tra giugno 2016 e giugno 2017 il giro d’affari dei prodotti veg è arrivato alla quota del 2,7% del mass market alimentare, sostenuto da una crescita annua del 10,5%. Un risultato che ci vede ancora più ottimisti se si considera che è stato conseguito con meno della metà della scelta che si ha nel mercato bio, che cresce invece al 14,5% l’anno.
Distribuzione
Rispetto alla geografia italiana, lo studio rivela come l’attenzione per il vegetale sia un fenomeno trasversale, partito prima e più consolidato nell’Italia Nord-Orientale, radicato al Nord-Ovest e al Centro, ma che ora sta conquistando anche il Sud, dov’è al momento meno importante ma in rapida crescita (13,4% nel periodo analizzato).
Le motivazioni
Dobbiamo sempre rimanere realisti. È abbastanza chiaro che al momento non sono probabilmente motivi ecologici o di rispetto verso gli animali a trainare i consumatori verso una dieta più vegetale: l’interesse per la salute sembra essere sempre al primo posto per chi compie questa scelta alimentare.
Il benessere fisico è diventato un tema sempre più importante nell’opinione pubblica e i prodotti con etichetta “veggie” beneficiano del fatto di essere percepiti di qualità, controllati e sicuri.
La ricerca Nielsen ha inoltre appurato che buona parte dei risultati positivi deriva dall’aumento dell’offerta. Infatti, nonostante nei supermercati la scelta non sia ancora varia quanto quella bio, l’85% dell’incremento delle vendite registrato nell’anno terminato a giugno 2017 è stato ricondotto ai nuovi articoli alimentari.
L’importanza di questi dati
Molte persone che stanno iniziando un cambiamento nella propria alimentazione non si definiscono ancora vegetariane o vegane, così come non lo fanno coloro i quali qualche volta l’anno “trasgrediscono” e sono flessibili. La scelta e la definizione vegan/vegetariana sono viste come identitarie, in cui molti non hanno interesse di riconoscersi. Per questo nonostante un sempre maggiore interesse per l’argomento e di persone che virano dieta verso il vegetale i numeri del “popolo veg” faticano a decollare.
Però di pari passo crescono sempre di più coloro i quali stanno riducendo il consumo di prodotti animali e iniziano un percorso di cambiamento. Persone che iniziano a cambiare le proprie abitudini, a scegliere il latte di soia o di avena al posto di quello di mucca per esempio. E sono proprio queste persone a spostare i mercati, a far riempire i supermercati di alternative vegetali e, non meno importante, ad avere un impatto sul numero di animali allevati e macellati.
L’altra buona notizia è che col tempo se le persone si abituano a mangiare sempre più vegetale troveranno meno scuse per non fare questa scelta, che come potranno scoprire sulla propria pelle non è affatto una rinuncia e fa stare bene.
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