Vegan e sport: Djokovic e non solo
Nella notte americana è il campione serbo Novak Djokovic ad alzare il trofeo Master 1000 di Cincinnati. Una partita epica tra due colossi del tennis mondiali: Alcaraz e Djokovic. Uno scontro tra titani durato quasi quattro ore e che ha messo a dura prova i due campioni, anche a causa del caldo asfissiante. Alla fine è Djokovic ad avere la meglio, aggiudicandosi il 95° trofeo della sua carriera che lo conferma come uno dei giocatori con più trofei vinti nella storia del tennis. Figura controversa che spesso ha fatto parlare di sé, l’atleta serbo all’età di 36 anni continua a conquistare successi e non sembra dar segni di cedimento. Sarà forse merito (anche) della sua alimentazione? 😊
DJOKOVIC GLI INIZI DI UN’ALIMENTAZIONE PLANT-BASED

Nel 2010, il tennista serbo, dopo frequenti problemi fisici durante i match, ha scoperto, grazie al dottor Igor Cetojevic, di avere un’intolleranza al glutine, motivo per cui ha cambiato la sua alimentazione. Dopo altri controlli, ha scoperto di essere intollerante anche ai latticini e di non assimilare bene gli zuccheri raffinati. È così che ha iniziato a seguire un’alimentazione plant-based: “ero molto determinato, perché ho iniziato a notare come le mie prestazioni migliorassero di giorno in giorno. In poco tempo ho eliminato anche la carne rossa perché impiegavo molte energie nel digerirla, energie essenziali che invece mi servivano per allenarmi.” Nel 2016 il tennista e la moglie avevano anche aperto un ristorante 100% plant-based a Montecarlo, chiuso poi nel 2018.
ALIMENTAZIONE PLANT-BASED E SPORT

Djokovic non rappresenta un’eccezione: è ampiamente dimostrato che l’alimentazione plant-based è adatta anche a chi pratica sport a livello agonistico. L’alimentazione 100% vegetale è di aiuto per contrastare lo stress ossidativo correlato alla pratica sportiva, ripristinare i sali minerali persi con la sudorazione, migliorare il recupero post-allenamento, aumentare l’efficienza del sistema immunitario.
Per gli sportivi amatoriali, il fabbisogno proteico sarà coperto dall’utilizzo di legumi, di prodotti derivati dalla soia come latte e yogurt, tofu e tempeh, del seitan e della frutta secca. Per ottenere un profilo amminoacidico completo vanno consumati legumi e cereali, nello stesso pasto o in momenti diversi della giornata, la sintesi proteica sarà ugualmente assicurata. Alcuni alimenti hanno un profilo amminoacidico ottimale: grano saraceno, amaranto, quinoa e soia.
Nel caso invece di un’attività intensa con allenamenti quotidiani, vengono in aiuto gli spuntini proteici: pane integrale con affettato di seitan, con burro di mandorle o di arachidi, barrette a base di frutta secca, semi, yogurt di soia o frullati con latte di soia. Anche diverse verdure hanno un buon contenuto proteico: broccoli, carciofi, cavolini di Bruxelles, spinaci, germogli di soia tra gli altri, molto utili per soddisfare il fabbisogno proteico e al contempo contenere le calorie.
In questo video la Dottoressa Silvia Goggi, medico specialista in scienze dell’alimentazione, risponde a varie domande su alimentazione vegan e sport.
CHI SONO GLI SPORTIVI VEGANI?
Abbiamo parlato di Djokovic, ma ovviamente non è il solo sportivo a seguire un’alimentazione plant-based: anche Lewis Hamilton, il campione di Formula 1, Arnold Schwarzenegger e molti altri atleti sono promotori di un’alimentazione vegetale in ambito sportivo, tanto da aver prodotto il documentario più celebre sul tema: The Game Changers, disponibile su Netflix.
Visto il successo del primo, è previsto anche un sequel del documentario, come annunciato sul sito ufficiale. Il sequel esplorerà il modo in cui le scelte alimentari non solo influiscono sulle prestazioni sportive e la salute, ma anche su questioni più ampie come la salute dei bambini, la giustizia alimentare e l’ambiente. In The Game Changers 2 ritroveremo alcuni dei protagonisti del primo episodio, ma anche molti atleti e personaggi dello spettacolo di tutto il mondo.
E IN ITALIA?

Anche in Italia diversi atleti seguono una dieta plant-based, come il body builder Massimo Brunaccioni, diventato vegan per motivi etici e che dal 2016 ha fondato il Vegan Muscle Team, un team di atleti agonisti e non attraverso il quale promuove allenamenti personalizzati e diete vegetali mirate. Anche Antonio Di Manno, ultra maratoneta pluripremiato e fondatore del Vegan Power Team, segue da tempo un’alimentazione vegetale e tramite i suoi successi vuole portare l’attenzione sul tema dei diritti degli animali.