Rosa del Libano
© Luca Daddi

Ingredienti

PER LA BASE:
100 gr di farina 00
10 gr di farina di riso
65 gr di margarina vegetale autoprodotta
50 gr di zucchero di canna
10 pistacchi tritati
1 cucchiaio di succo di limone o di arancia
1 pizzico di curcuma in polvere
1 pizzico di lievito per dolci
1 pizzico di sale
PER LA CREMA:
50 gr di riso comune (originario)
150 gr di latte vegetale preferibilmente di cocco
10 gr di uvetta
30 gr di zucchero di canna
essenza di rose
PER IL CARAMELLO:
50 gr di zucchero di canna fine
5/6 pistacchi

Rosa del Libano

Fatevi tentare da questa prelibata leccornia.

  • 80 min
  • Porzioni 1
  • Media

Ingredienti

  • PER LA BASE:

  • PER LA CREMA:

Procedimento

1
Fatto

PREPARAZIONE DELLA BASE

Preparate la base mescolando tutti gli ingredienti e lavorando rapidamente.
Stendete l’impasto su un foglio di carta forno, ad un paio di centimetri di altezza e tagliate un cerchio con un coppa pasta.
Fate riposare in freezer lasciando nel coppa pasta per circa 30 minuti.
Togliete dal freezer e cuocete in forno a 160° per 20 minuti, sempre lasciando la pasta nel coppapasta.

2
Fatto

PREPARAZIONE DELLA CREMA

Nel frattempo mettete il riso in un pentolino assieme al latte e un pizzico di sale.
Fate cuocere a fuoco lento e dopo 10 minuti circa aggiungete lo zucchero e l’uvetta.
Quando il riso avrà ritirato quasi tutto il latte, togliete dal fuoco, aggiungete l’essenza di rosa e lasciatelo coperto per un decina di minuti.

Versate il riso cotto sulla base di biscotto pressando leggermente.
Fate raffreddare bene e poi, passando delicatamente un coltellino lungo i bordi, togliete dal coppapasta.

3
Fatto

PREPARAZIONE DEL CARAMELLO

A questo punto realizzate il caramello mettendo lo zucchero in un pentolino ben pulito a fuoco medio.
Roteate leggermente la pentola, per distribuirvi uniformemente lo zucchero.
Fate sciogliere lo zucchero, quindi roteare ancora la pentola, facendo attenzione a non mescolare mai per non rovinare il caramello.
Versate il caramello ancora caldo e liquido nel coppapasta precedentemente ben oleato, appoggiandolo su un foglio di carta forno.
Distribuite i pistacchi tritati e lasciate raffreddare.
Fate raffreddare il caramello in eccesso su altra carta forno.

4
Fatto

DECORAZIONE

A questo punto “montate” il dolce, spezzando il disco di caramello o lasciandolo intero per adagiarlo sopra allo strato di riso.
Con l’aiuto di un mixer, polverizzare il caramello in eccesso e utilizzatelo per decorare il piatto.

Gabriele Palloni

Chef, docente e autore di libri

Guarda tutte le sue ricette

Gabriele Palloni Vegan Chef fiorentino classe 1968. 
Dopo aver frequentato l’Istituto Alberghiero Aurelio Saffi, nel 1984 inizia la sua carriera lavorativa presso alcuni ristoranti di cucina tipica toscana.
Anche se vegetariano dal 1987, per lui è ancora molto difficile coniugare la scelta etica di vita nel rispetto degli altri esseri senzienti con il suo lavoro, a causa della carenza di locali vegetariani e tantomeno vegani.
Dopo 12 anni come chef diventa socio del Lidò Club lanciando uno dei Brunch più suggestivi e famosi della città. Dopo un breve periodo di pausa dai fornelli, riappare nel 2010 con l’esperienza di Cibarius, presso “La Gabbia Matta”. Diventa Vegano e inizia a proporre una cucina sempre più coerente con le proprie scelte antispeciste e nello stesso anno pubblica un piccolo libro di ricette “Speriamo che sia Vegan”. Dal 2013 si dedica esclusivamente alla cucina Vegan, proponendosi come chef a domicilio e attraverso varie collaborazioni, eventi e consulenze in alcuni locali di Firenze e collabora puntualmente con la trasmissione “Restiamo Animali” in onda in varie emittenti radiofoniche italiane, curando la rubrica “Il Pasto Gentile”. Dal 2014 tiene corsi di cucina cruelty free presso “l’Istituto Alberghiero Buontalenti” di Firenze. E nel 2016 pubblica un secondo libro “La cucina regionale italiana Vegana” edito da Newton e Compton oltre a collaborare assieme all’amico Riccardo Gualtieri al libro “Come il calcio sui maccheroni” (in sostegno alla Fondazione F.I.R.M.O.) Tutte esperienze che gli offrono la possibilità oltre che a lavorare e sperimentare, anche di poter diffondere questa nuova sensibilità in crescita, che si esprime attraverso una ricerca culinaria nonviolenta.
 Definisce la cucina come un’esperienza simile all’alchimia, affermando che: “Tutti i piatti vegan sono di gran lunga più buoni, perché a differenza di ciò che si pensa, cioè che per seguire un’alimentazione vegan dobbiamo togliere molti ingredienti, in realtà se ne deve aggiungere uno solo, il più importante: il rispetto per altre forme di vita capaci di provare sofferenza e quando gusti questo sapore, niente può essere più buono!”

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