Il “macellaio vegetariano” dà fastidio alle lobby olandesi della carne
The Vegetarian Butcher, ovvero “La Macelleria Vegetariana” è il nome originale che Jaap Korteweg ha dato nel 2010 al suo marchio. Si tratta di un’attività che produce prodotti di origine vegetale che sembrano, odorano e sanno di carne, vendendo in più di 3500 punti vendita presenti in 15 paesi diversi, con un rendiconto annuale di 12 milioni di dollari. Per capire la portata del brand, basti pensare che un sausage roll su cinque venduti all’Albert Heijn, la più grande catena di supermercati olandesi, viene proprio da questo marchio.
“Vogliamo diventare la più grande macelleria nel mondo senza aver mai macellato nemmeno un animale” dice il proprietario di The Vegetarian Butcher
Lo scopo di Kortewag è lodevole e ambizioso, ma il suo progetto non è condiviso da tutti. All’inizio di quest’anno, due politici olandesi del Liberal VVD party hanno proposto di bandire l’uso di nomi generalmente attribuiti alla carne per denominare prodotti che non contengano proteine animali.
A ottobre la food autority olandese dell’alimentazione ha quindi chiesto a The Vegetarian Butcher di rinominare alcuni loro prodotti, come lo “speck” (molto simile a “spek”, termine con cui gli olandesi chiamano il bacon) poiché questo confonderebbe i consumatori. Tale richiesta ha avuto come conseguenza una grande risonanza su Twitter e, come effetto certamente non voluto, l’aumento delle vendite del marchio.

Il caso olandese purtroppo non è isolato.
In Nuova Zelanda la Poultry Industry Association avvia provvedimenti simili contro la Sunfed Meats, azienda che offre prodotti sostitutivi alla carne di pollo. In Germania, dove un abitante su 10 è vegetariano, il ministero dell’agricoltura dice che i termini “schnitzel” e “wurst” dovrebbero essere usati solo per prodotti di origine animale.
E l’Italia? Come si è visto quest’estate, anche il nostro paese non è rimasto fuori dai giochi delle lobby. La Corte Europea di Giustizia ha infatti limitato la dicitura di “latte” ai soli prodotti di origine animale, non permettendo quindi l’uso commerciale di termini come latte di soia, d’avena, ecc…
Questo genere di controversia andrà probabilmente ad intensificarsi con l’aumento di diffusione e consumo dei prodotti alternativi alla carne.
Noi non avremo ancora The Vegetarian Butcher, ma in attesa di un viaggio nei Paesi Bassi possiamo offrirti qualche consiglio per fare la tua spesa veg al supermercato!