10 piccole storie vere di Essere Animali
Molto spesso, nelle nostre indagini, dobbiamo occuparci di cose di cui non vorremmo essere testimoni, che non vorremmo dovervi mostrare. Ma per fortuna ci sono anche storie positive! Molte di queste riguardano animali che abbiamo deciso di salvare dagli allevamenti.
La liberazione di alcuni individui, quando se ne lasciano migliaia o milioni alle spalle, è sempre difficile e potrebbe sembrare quasi inutile, ma il valore simbolico di queste azioni è molto importante. Non bisogna dimenticarsi poi che, per quei pochi fortunati, questo significa una nuova vita!
1) Le prime a vedere la luce
È stato molto tempo fa, ma ce le ricordiamo molto bene perché sono i primi animali che abbiamo liberato. Eravamo in un allevamento intensivo di galline ovaiole in cui le condizioni di vita erano davvero terribili. Per questo scegliemmo due di loro che, passando davanti alle gabbie, ci sembrarono ancora non completamente annientate da quel luogo. Abbiamo pensato che avrebbero avuto più possibilità di sopravvivere una volta liberate e così è stato.
Le portammo in un luogo accogliente più adatto alla loro natura, dove potevano finalmente razzolare sull’erba e respirare aria sana.
2) Polletti salvi per una piuma
Lungo una superstrada della Vallesina, zona in provincia di Ancona, si era ribaltato un camion che trasportava un gran numero di polli. La notizia girò subito sui giornali locali, corredata da immagini scioccanti. Purtroppo la maggior parte degli animali sul camion era morta nell’incidente.
Non appena venuti a conoscenza di quanto accaduto, ci precipitammo a vedere.
Tra i corpi di quelli che non ce l’avevano fatta, avevamo trovato alcuni giovani polli ancora vivi. 3 si tenevano vicini tra loro cercando di proteggersi l’un l’altro. 2 erano invece rimasti inermi e isolati. Tutti e 5 erano feriti e affamati. Raggiungerli fu difficilissimo a causa dei rovi e di un fittissimo canneto che ci divideva da loro. Ma alla fine ci riuscimmo e li portammo in un luogo sicuro.
3) Una Pasqua diversa dalle altre
Volevamo festeggiare la Pasqua in un modo speciale dando la libertà a due piccoli agnelli. Così, entrando in una stalla in piena notte, portammo a compimento il nostro piano e prendemmo con noi due piccoli agnelli, due femmine. Mentre scattavamo delle fotografie, una mamma continuava coraggiosamente a staccarsi dal gregge per venirci vicino e belare con tutta la sua forza: reclamava la sua piccola. Troppe volte quella pecora si sarà vista portare via i propri piccoli, allattati con affetto per un mese o poco più e poi spariti.
Ma quella volta fu diverso. Palla e Lana non sarebbero andate al macello. Vederle muovere i primi passi in libertà fu una soddisfazione senza paragoni, che ci ripagò dello sconforto e della sofferenza interiore che avevamo provato quella notte e tutte quelle in cui siamo andati negli allevamenti per svolgere le nostre indagini.
4) Lella, la gallina coraggiosa
Durante un’indagine in un allevamento intensivo di galline ovaiole in gabbia, stavamo girando intorno alla struttura per capire come entrare e a un tratto l’abbiamo vista. Era riuscita a uscire dalle gabbie, ad andare fuori dal capanno attraverso i nastri trasportatori e a finire nella stanza dove vengono raccolte le deiezioni. Anche se spennata nella parte superiore del corpo, ha iniziato a mangiare e da subito è apparsa vispa e in buono stato fisico.
Per far si che questa storia potesse servire a raccontare la sofferenza che patiscono le galline negli allevamenti, abbiamo lanciato un appello per trovare una casa a Lella, il nome che avevamo deciso di darle già durante la liberazione. Dopo aver ricevuto centinaia di richieste di adozione, riuscimmo a trovare la casa perfetta per lei con altre galline e 2 cani nelle colline sopra a Faenza.
5) L’istinto dei visoni
In una giornata di mezza estate, ci eravamo infiltrati in un allevamento di visoni. Per sottrarre almeno alcuni di loro a morte certa e cercare di far approvare al più presto la Proposta di Legge contro gli allevamenti di animali da pelliccia, avevamo deciso di liberarne tre.
Li portammo in riva a un fiume, in una zona boschiva in cui sarebbero stati al sicuro. Per la prima volta nella loro vita potevano toccare con le zampe il terreno ed esplorare un ambiente vero. Anche se non ci avevano mai nuotato, sin dal primo momento si gettarono in acqua tuffandosi ripetutamente, guidati dall’istinto sopito, ma non scomparso.
6) Galline in fuga
Viola, Sara, Lola, Beverly, Vale, Sere e Jo sono state trovate durante un’inchiesta di Essere Animali in un capannone dove all’interno vivevano stipate più di 26 mila galline.
Può un piccolo gesto essere portavoce di un messaggio più grande? Noi crediamo di sì. E così, tra i tanti occhi che ci guardavano, prendemmo la difficile scelta di salvare proprio loro. A tutte demmo un nome, per restituire quella soggettività perduta nei capannoni dove vivevano ammassate assieme a migliaia di altri animali. Prima non avrebbero nemmeno potuto distendere le ali, ora vivono in ampi spazi all’aria aperta, dove possono razzolare assieme a nuovi amici animali e umani che si prendono cura di loro.
L’aria fresca e la libertà fanno miracoli per curare le ferite psicologiche ma anche quelle fisiche, infatti gran parte delle loro penne sono ricresciute in breve tempo.
7) La nuova vita di Caino e Abelina
Entrando in uno dei tanti capannoni in cui le scrofe sono detenute nelle gabbie senza alcuna possibilità di muoversi, dove allattano i piccoli che sono costrette a partorire e che verranno poi uccisi nei macelli, avevamo preso la decisione di portarne due con noi. Per l’ennesima volta le loro madri stavano assistendo impotenti alla sparizione dei loro piccoli. Ma questa volta, la prima nella loro vita, sarebbero finiti in buone mani e non in un macello.
Caino e Abelina, questi i nomi poi scelti per loro, hanno fatto molta strada da allora. Nonostante la loro scatenata energia da cuccioli rompiscatole erano stati adottati da una grande scrofa e sono cresciuti come tutti gli esemplari della loro giovane età: adorando le mele e le corse sfrenate. Da piccoli facevano lunghe camminate fino al paese, dove mendicavano cibo al bar per poi tornarsene a casa. La loro scaltrezza e capacità di adattamento non è qualcosa di strano, perché i maiali sono tra gli animali più intelligenti e socievoli, se viene data loro la possibilità.
Oggi purtroppo Caino non c’è più, stroncato giovane da un infarto nel sonno, mentre Abelina è una gigantesca scrofa che ama ancora le coccole.
8) Non un coniglio di meno
Era maggio quando decidemmo di liberare per la prima volta dei conigli destinati alla produzione di carne e documentato l’angoscia della loro reclusione quotidiana.
Quello che accade lì dentro è un dramma di cui pochi sono a conoscenza. Il coniglio è infatti un animale per natura schivo e timoroso, molto suscettibile ai rumori, allo stress e alla presenza umana. Il loro destino all’interno degli allevamenti è per questo tanto più traumatico.
Prima di arrivare all’allevamento, avevamo deciso di salvarne 3. Ma una volta nel capannone, vedendo quelle creature così indifese, cercammo alla fine di portarne via il più possibile. Così, nonostante fossimo solo in 4, ci caricammo 3 conigli per uno, prendendo “in prestito” anche alcune gabbie sciolte che avevamo trovato durante l’indagine. Fu così che quella liberazione coinvolse ben 12 conigli.
9) Autostop per i rospi
Questa è una storia che si ripete ogni anno. All’inizio della primavera i rospi si svegliano dal loro letargo invernale e scendono dai monti per andare al lago a deporre le uova. Ma dove un tempo tutto era bosco sono state costruite case e strade trafficate. Da anni, in diverse regioni, attivisti e volontari si incontrano per salvare i rospi dal pericolo delle macchine in corsa ed evitare la loro estinzione.
Noi ci occupiamo, assieme ad altre associazioni, di alcune zone in Toscana e Lombardia.I volontari montano delle barriere a bordo strada per evitare che i rospi l’attraversino. Durante questo periodo, ogni giorno, gli attivisti pattugliano la zona raccogliendo questi anfibi nei secchi per portarli al sicuro fino alle rive del lago, o dal lago oltre le barriere per consentire loro la risalita. E così il ciclo può seguire il suo corso, anno dopo anno.
10) Galli luminosi come stelle
Era una fredda sera di maggio e noi eravamo impegnati in un’investigazione all’interno di un allevamento intensivo di polli. Ad un certo punto, scorgemmo uno di loro riverso sul dorso con le zampette in alto. Un altro morto – pensammo, e uno di noi gli diede una carezza. Ma lui si mosse e fu così che capimmo che non potevamo lasciarlo lì. Insieme a lui portammo via altri due polli dai capannoni adiacenti.
La mattina seguente alla liberazione, ci aspettavamo di trovare brutte sorprese, ma all’alba tutti e 3 i piccolini erano svegli e stavano bene, anche il più debole si reggeva sulle sue zampe! A quest’ultimo venne dato il nome della stella più luminosa della costellazione dell’aquila, Altair. Ai suoi compagni quelli di Deneb e Albireo, rispettivamente coda e becco della costellazione del cigno.