2 esperimenti sociali che cambieranno le tue abitudini alimentari
Lo scorso anno, in alcune delle principali città italiane, abbiamo organizzato ben due esperimenti sociali.
Partendo dallo sfruttamento che si cela dietro la produzione del latte e la mungitura delle mucche, alcuni nostri attivisti si sono improvvisati venditori di latte di cane e hanno messo alla prova molti passanti, per lo più sorpresi e indignati.
Le crudeli condizioni di vita negli allevamenti intensivi di maiali, in particolar modo quelle delle scrofe immobilizzate tra le sbarre per gran parte della loro vita, hanno invece ispirato la sfida della gabbia, l’esperimento sociale itinerante che ha accompagnato la nostra campagna #SOSPig.
Molti di voi li avranno già visti o, addirittura, sono state alcune delle nostre malcapitate ‘vittime’. Riviviamoli insieme, nell’attesa di poter tornare in strada e mettere in scena altri esperimenti sociali.
Esperimento 1 – l’indignazione dei passanti alla vista del latte di cane
È ormai trascorso un anno da quando le strade del centro di Bologna ci hanno visto protagonisti con l’esperimento ‘Berresti latte di cane?’. Alcuni attivisti si sono finti venditori della Appenzeller Hundemilk, una fantomatica azienda pronta a importare per la prima volta in Italia un prodotto decisamente inusuale: il latte di cane. Alle persone che passavano ignare davanti al banchetto, hanno offerto assaggi di latte canino, in realtà si trattava di semplice latte di riso.
Gli attivisti travestiti hanno raccontato nel dettaglio gli aspetti dell’allevamento intensivo e della mungitura dei cani. Le pratiche raccontate erano in realtà quelle che vengono riservate ogni giorno alle mucche, ormai considerate vere e proprie ‘Macchine da latte’ e sfruttate oltre ogni limite per la produzione destinata al consumo umano.
Molti non hanno nascosto indignazione, rabbia e disgusto, considerando inaccettabili i trattamenti descritti verso i cani – una signora ha addirittura pensato di chiamare la polizia – e molti altri hanno riconosciuto le proprie contraddizioni. L’esperimento ha raggiunto il suo obiettivo: mostrare il trattamento di amore e cure che riserviamo ad alcuni animali, come cani e gatti, e le tremende crudeltà e sofferenze che destiniamo invece agli altri animali utilizzati a scopo alimentare.
Esperimento 2 – costretti in una gabbia, come le scrofe
L’esperimento sociale ‘Quanto tempo puoi resistere chiuso in una gabbia?’, è stato realizzato a sostegno di #SOSPig, la campagna per esercitare pressione sulla grande distribuzione affinché l’uso delle gabbie e le mutilazioni sui maiali diventino solo dei tristi ricordi. Un progetto che ha toccato le strade e le piazze di diverse città. Tra queste Bologna, Milano, Modena e Brescia.
Insieme a Giorgio Immesi de ‘Il Vegano Imbruttito’ abbiamo sfidato i passanti a entrare in una gabbia appena sufficiente a farli stare in piedi. Una condizione di disagio e di privazione assoluta in cui qualsiasi essere vivente è impossibilitato a realizzare ogni tipo di movimento.
L’obiettivo era far vivere alle persone condizioni e sensazioni all’ordine del giorno per le scrofe rinchiuse negli allevamenti. Questi animali, infatti, trascorrono gran parte della loro vita all’interno delle gabbie durante il periodo di gestazione, del parto e per alcune delle settimane successive.
Provandolo sulla loro pelle anche solo per pochi minuti, tutte le persone che hanno accettato la sfida hanno concordato su una cosa: far vivere un essere vivente per gran parte della vita in queste condizioni non è giusto.
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