La dieta vegetale può essere una soluzione all’emergenza climatica
Molti eventi climatici estremi si stanno verificando in tutto il mondo con sempre maggiore frequenza: incendi, alluvioni, nubifragi, ondate di calore. Queste notizie provocano in noi una forte angoscia per il futuro e senso d’impotenza. Ma c’è una cosa che possiamo fare tutti i giorni per ridurre il nostro impatto sul pianeta, ed è scegliere di mangiare più vegetale che possiamo.
A confermarlo è un nuovo studio, ritenuto il più completo sul tema, condotto dal professor Peter Scarborough dell’Università di Oxford e pubblicato su Nature Food.
LO STUDIO

Condotto su 55.504 cittadini inglesi, lo studio ha analizzato l’impatto ambientale di diete vegetariane, vegane, pescetariane e ad alto e basso consumo di carne. Ma non solo: ciò che rende questo studio davvero completo è anche il fatto che sono stati presi in considerazione i dati di 38mila aziende agricole di 119 Paesi, per valutare anche le differenze nell’impatto di particolari alimenti prodotti in modi e luoghi diversi.
Un dato interessante è che in questo studio si evince come ciò che viene mangiato sia molto più importante in termini di impatto ambientale rispetto a dove e come viene prodotto, come hanno già dimostrato precedenti studi. Lo studio di Oxford evidenzia come le diete a basso contenuto di carne abbiano un’impronta ecologica del 30% in meno rispetto a quelle ad alto consumo. Tuttavia, le differenze d’impatto tra un’alimentazione con poca carne, pescetariana e vegetariana, invece, non sono particolarmente rilevanti. A fare davvero la differenza per il pianeta, è una dieta 100% vegetale.
La ricerca ha dimostrato che le diete vegane determinano il 75% in meno di gas climalteranti, inquinamento dell’acqua e utilizzo del suolo rispetto alle diete in cui si consumano più di 100 g di carne al giorno. Una “menzione speciale” riguarda le emissioni di metano, un potente gas serra prodotto da bovini e ovini, che risulta essere inferiore del 93% per le diete vegane.
Infine, mangiare vegetale riduce anche la distruzione della fauna selvatica del 66% e il consumo di acqua del 54%. Il professor Peter Scarborough, che ha condotto lo studio, ha commentato: “Le nostre scelte alimentari hanno un grande impatto sul pianeta. Ridurre la quantità di carne e latticini nella tua dieta può fare una grande differenza per la tua impronta alimentare.”
L’IMPATTO DEGLI ALLEVAMENTI SUL PIANETA

Risorse, consumo di suolo e di acqua, emissioni di gas serra: l’impatto che hanno gli allevamenti intensivi sul pianeta è davvero rilevante. Per fare alcuni esempi: la produzione di carne è responsabile del 18% della produzione di gas serra, più del settore dei trasporti (IPCC), utilizza il 70% dell’acqua mondiale e sfrutta il 77% delle terre agricole del pianeta, provocando distruzione di foreste e un’enorme perdita di biodiversità (Global Environmental Change).
Alla luce di questi dati, è evidente che i paesi più ricchi debbano ridurre drasticamente il consumo di carne, come aveva affermato professor Johan Rockström dell’Istituto di Potsdam commentando una ricerca precedente, sempre in materia di alimentazione e collasso climatico: “Nutrire una popolazione mondiale di 10 miliardi è possibile, ma solo se cambiamo il modo in cui mangiamo e il modo in cui produciamo il cibo”, sottolineando come sia la soluzione più rapida per poter davvero cambiare le cose.”