Calo di vendite per lo yogurt: anche Danone si lancia nel mercato vegetale
A quanto pare Danone, preoccupato per la contrazione nel mercato dello yogurt, sta prendendo in considerazione la produzione di gamme senza latte vaccino.
L’obiettivo sarebbe quello di inserire alternative vegetali in alcuni sottomarche di punta come Activia e Actimel, linee già pensate per un’utenza più attenta e con uno stile di vita salutare.
I motivi alla base di questa possibile scelta, come accennato, non sono certo ecologici o etici – inutile illudersi – ma se il cambiamento dovesse realizzarsi gli effetti potrebbero essere davvero interessanti.
Le ragioni
« L’intento è che il consumatore sia libero di poter scegliere tra la versione derivata dal latte e quella vegetale su ogni prodotto possibile, perché il consumatore lo sta chiedendo » , ha dichiarato un portavoce di Danone.
La strategia che sta dietro a questo cambiamento risponde infatti alla spinta del crescente gruppo di utenti che si identificano come “vegan” e probabilmente ancora di più a quella delle persone non vegane, ma che comprano le alternative 100% vegetali, fenomeno in aumento e diffuso anche in Italia. D’altronde Danone ha già acquisito marchi come Alpro, il quale già produce bevande alternative al latte vaccino.
L’idea di intercettare questo target proprio ora non è casuale. Yogurt di soia e simili potrebbero infatti frenare il calo delle vendite dello yogurt che il colosso ha registrato quest’anno. Non a caso, la società di ricerca Future Market Insights, si aspetta che la domanda mondiale di yogurt senza latte aumenti di circa il 5% l’anno, ritagliandosi una fetta di mercato dal valore di 7,4 miliardi di dollari entro il 2027.
Gli effetti positivi

La conseguenza più positiva alla diffusione di yogurt di soia o altri alimenti vegetali? Ovvio: la minor sofferenza per gli animali. Più si diffonderanno queste alternative, minore sarà il numero di mucche sfruttate per la produzione di latte. Incrociamo le dita.
Se il leader mondiale dello yogurt decidesse di imbattersi in produzioni a base 100% vegetale, quelle che potrebbero guadagnarci sarebbero anche le nostre tasche. Le varie tipologie di latte vegetale infatti, così come i prodotti derivati, sono oggi ancora di nicchia. Ma è indubbio che quando un prodotto riesce a farsi strada attraverso la grande distribuzione, ciò ha generalmente l’effetto positivo di aumentare la competizione e quindi di portare l’abbassamento dei prezzi. Incrociamo di nuovo le dita.
Infine, una conseguenza probabile sarebbe l’emulazione. A dire il vero i concorrenti più grandi non sono così indietro. General Mills Inc. nel 2016 ha investito molto nella produzione di yogurt e latte di mandorle.
Noi di sicuro saremo tanto contenti quanto più nuovi marchi e produttori decideranno per le alternative vegetali. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
Nel frattempo, ecco qui tutte le possibilità per sostituire i prodotti di origine animale nella spesa di tutti i giorni. È facilissimo!