Abbigliamento vegan: un inverno caldo e cruelty-free
L’inverno è alle porte e per chi ha uno stile di vita vegan è importante sapere quali prodotti possono tenerci al caldo e allo stesso tempo evitare lo sfruttamento e la sofferenza degli animali. Come sappiamo lo stile di vita vegan non riguarda soltanto l’alimentazione, ma tutti i prodotti animali, dai farmaci ai cosmetici, dagli arredi all’abbigliamento. Ma non preoccupatevi, per restare al caldo anche d’inverno non è necessario far del male agli animali.
Abbiamo già parlato del motivo per cui non bisognerebbe più comprare lana, pelle, piume e pelliccia qui, perciò in questo articolo vi daremo più dettagli su quali prodotti comprare in alternativa.
Maglioni, cappelli, sciarpe

Chi dice che i maglioni, i cappelli e le sciarpe devono necessariamente essere di lana? Esistono moltissime alternative vegetali e cruelty-free che sono altrettanto calde e morbide.
Una di queste è il pile, un tessuto sintetico il cui nome originale è Polar fleece o più semplicemente Fleece. Oltre a riparare dal freddo, i suoi vantaggi sono essere facilmente lavabile in lavatrice, irrestringibile, ingualcibile ed economico. Lo svantaggio è che si tratta di un materiale poco sostenibile, perché rilascia microfibre di poliestere e acrilico durante il lavaggio, che vanno a finire nel mare. Esistono però dei brand che ricavano il pile riciclando le bottiglie di plastica.
Altri materiali sono il caldo cotone, anch’esso facilmente lavabile e irrestringibile, facile da lavare e veloce ad asciugarsi. Ci sono poi la flanella di cotone, un tessuto leggero e morbido, la ciniglia per delle sciarpe soffici e avvolgenti, e il velluto di cotone, usato sia per l’abbigliamento che per la tappezzeria. Per gli sportivi c’è il gore-tex, un materiale impermeabile usato per fare giacche da montagna, pantaloni e scarpe da trekking.
Ricorda che l’alternativa più ecosostenibile è quella di preferire capi di seconda mano, che puoi trovare su diverse app, shop online o in negozi vintage.
Piumoni e piumini

Anche in questo caso non è affatto necessario ricorrere a materiali che contengono prodotti animali come le piume d’oca o di anatra. Oltre alle classiche coperte in pile, magari associate a delle lenzuola in flanella, esistono piumoni in materiali vegetali come il bambù, il Tencel, detto anche Lyocell, una fibra morbida e liscia ottenuta al 100% dal legno, in fibra di mais, in canapa e cotone, e infine in lino e cotone.
Per quanto riguarda i piumini l’alternativa più vicina alle piume è il plumtech o eco-piuma, un’ovatta che riproduce la sofficità e la capacità termica della piuma. Ma esistono anche cappotti in poliestere.
Stivali, giacche e guanti in pelle

Materiali simili alla pelle sono ormai diffusissimi, ma attenzione che non contengano prodotti animali. Vegan è ad esempio la similpelle e la finta pelle a base vegetale. Per quanto riguarda l’ecopelle, non fatevi ingannare dal nome, non è vegetale, ciò che cambia rispetto alla pelle è che viene conciata con tecniche naturali e a basso impatto ambientale.
La pelle vegana può essere sia sintetica che naturale, la prima ha un aspetto un po’ “plastico” e può avere un odore particolare, la seconda può essere prodotto con scarti di cactus, mais, bucce di arance, mele, ananas ecc…
Cappotti, cappelli e inserti in pelliccia

Anche in questo caso esiste un materiale molto simile alla pelliccia che però non contempla l’uccisione di decine di animali per un solo capo: la pelliccia sintetica. Questo è un materiale creato con derivati del petrolio, ma che in ogni caso ha un impatto inferiore rispetto alla pelliccia vera. Nel 2019 la stilista inglese Stella McCartney ha lanciato KOBA, la prima pelliccia biologica prodotta con con il 37% di componenti vegetali e poliestere rigenerato che può essere riciclato.