• Home
  • F.A.Q. – Domande frequenti sulla scelta vegan

F.A.Q. – Domande frequenti sulla scelta vegan

Essere vegan non significa essere perfetti, chi sceglie questa filosofia di vita cerca di avere un minore impatto possibile sugli animali e sul pianeta. Se stai pensando d’intraprendere questa scelta il primo consiglio che ti possiamo dare è: non preoccuparti! Vedrai che è più facile di quello che può sembrare, in fin dei conti si tratta solo di evitare certi alimenti oppure sostituirne altri e vedrai quante scoperte farai: nuovi cibi di cui ignoravi l’esistenza, nuovi sapori e soprattutto maggior consapevolezza.

Abbiamo cercato di raccogliere tutte le domande che ci siamo sentiti porre almeno una volta nella vita – alcune decisamente anche molto di più – sulla scelta vegan.
Speriamo in questo modo di colmare tutti i tuoi dubbi o semplicemente di aiutarti a rispondere a chi ti porrà queste domande, se ne avessi altri non esitare a contattarci su info@ioscelgoveg.it 

  •  Cosa significa vegan?
    • È una contrazione di “veg(etari)an”, fu coniata a Londra nel 1944 da Donald Watson fondatore della Vegan Society inglese e definisce il veganismo come “un modo di vivere che cerca di escludere, per quanto possibile e praticabile, tutte le forme di sfruttamento e crudeltà verso gli animali per il cibo, l’abbigliamento o qualsiasi altro scopo.” 
  • Vegetariano ok, ma vegan è da estremisti.
    • L’industria delle uova e quella lattiero-casearia non sono separate da quella della carne, scordiamoci le pubblicità in cui mucche e galline razzolano felici nei prati. Per la produzione di latte e uova, mucche e galline sono rinchiusi in allevamenti per tutta la loro vita, una volta calata la loro redditività vengono macellate esattamente come gli altri animali. Inoltre i loro figli maschi vengono uccisi: i pulcini a solo un giorno di vita perché sono inutili alla produzione delle uova, i vitelli dopo pochi mesi di vita per essere trasformati in carne.
  • Ma il pesce lo mangi?
    • I pesci sono animali e soffrono come qualsiasi altro animale. Ci sono numerosi e autorevoli studi scientifici a riguardo. Nonostante questo a differenza dei mammiferi, i pesci non godono di alcuna tutela e il loro allevamento non è regolamentato. Per loro non è previsto nemmeno lo stordimento e la loro morte arriva dopo una lunga agonia.
  • Cosa mangiano i vegani?
    • L’alimentazione vegan comporta il consumo di tutti gli alimenti escludendo quelli di origine animale: carne, latte, uova e miele. I cereali, le verdure, la frutta, i legumi e tantissimi altri alimenti sono invece la base di questa alimentazione, che a differenza di quanto si possa credere è molto variegata. Esistono talmente tanti vegetali che la maggior parte di noi ignorano, da poter mangiare per settimane un pasto completo ogni giorno senza mai ripetere un solo ingrediente. Con la crescita delle alternative vegetali poi è possibile mantenere invariate le abitudini sostituendo semplicemente gli alimenti di origine animale con quelli vegetali. Non mancherà di certo la lasagna della domenica o una grigliata con gli amici.
  • Mangiare carne è naturale?
    • L’essere umano ha l’anatomia simile a quella dei frugivori esattamente come gli altri primati. Millenni di adattamento hanno reso possibile, ma non indispensabile, mangiare carne. La maggior parte della carne consumata in Italia e nel resto del mondo proviene da allevamenti intensivi, luoghi che di naturale hanno ben poco, dove milioni di animali sono costretti a passare la propria vita in gabbia o in capannoni sovraffollati imbottiti di farmaci e antibiotici.
  • Le mucche fanno il latte e se non vengono munte soffrono.
    • Le mucche, come qualsiasi altro mammifero, iniziano la produzione di latte esclusivamente al termine della gravidanza per il proprio vitello. Senza la gravidanza nessun animale potrà mai produrre il latte. Per poter usufruire del latte, le mucche vengono trattate esattamente come un macchinario industriale: frutto di una selezione genetica che consente una produzione 10 volte superiore a quella naturale, prima vengono ingravidate artificialmente per avviare la produzione di latte e, una volta terminata la gravidanza, il cucciolo viene sottratto alla madre a poche ore dalla nascita. Se maschio verrà inviato al macello dopo sei mesi, se femmina verrà trattata esattamente come sua madre fino a quando le sue forze lo consentiranno. Infine, verrà mandata anche lei al macello. Il latte prodotto dalle mucche ha inoltre la quantità di sostanze nutritive necessarie per far crescere un vitello e l’essere umano è l’unico mammifero che usufruisce del latte di altre specie, pur non essendo necessario.
  • Se non si mangiassero gli animali, questi si moltiplicherebbero a dismisura.
    • Se non si allevassero gli animali, questi semplicemente non nascerebbero. Per garantire ritmi di produzione elevati, gli animali da allevamento vengono ingravidati artificialmente e costretti a continui parti. Questo spiega il numero così elevato. In natura non funzionerebbe allo stesso modo! Gli allevamenti intensivi sono un fenomeno che ha avuto origine nella seconda metà del 1900, prima di questo periodo non si assisteva di certo a un’invasione di maiali, mucche e polli.
  • Se non si allevassero gli animali, questi sparirebbero.
    • Sono proprio gli allevamenti intensivi che causano l’estinzione di specie selvatiche. Oggi sul nostro pianeta c’è un numero spropositato di animali cosiddetti “da allevamento” rispetto a quelli selvatici. Questi animali non esisterebbero “in natura” infatti sono stati selezionati per crescere nel minor tempo possibile e per produrre più di quello che normalmente produrrebbero. Semplicemente se si smettesse di allevarli ci sarebbe una drastica riduzione e le loro condizioni tornerebbero a essere naturali. Mucche, polli, maiali come siamo abituati a vederli negli allevamenti sono un “prodotto” di selezione genetiche, continuerebbero a esistere i loro corrispettivi selvatici.
  • Perché non siete sensibili nei confronti delle piante?
    • Autorevoli studi scientifici hanno dimostrato che le piante non hanno un sistema nervoso centrale, pertanto non sono in grado di provare le sensazioni che provano gli organismi complessi. Al contrario gioia, paura, dolore, sono sentimenti che si possono percepire negli animali. Inoltre l’allevamento prevede il consumo di una grossa quantità di terreni da destinare all’agricoltura, necessari per nutrire grandi quantità di animali. Si stima che a oggi circa la metà dei terreni coltivati siano utilizzati per il bestiame. Se le coltivazioni fossero destinate al solo consumo umano, si ridurrebbe notevolmente la quantità di piante consumate, garantendo al contempo gli alimenti per sfamare un intero pianeta.
  • La soia causa deforestazione! I vegani ne mangiano troppa.
    • Alla coltivazione della soia viene imputata gran parte della responsabilità nella deforestazione dell’Amazzonia. L’affermazione è corretta ma in questo caso non solo non dipende dai vegani, ma è al contrario un problema direttamente collegato al consumo di prodotti di origine animale. Il crescente fabbisogno di proteine vegetali in campo zootecnico ha determinato negli ultimi 30 anni un incremento della produzione mondiale di soia pari al 240% (FAO 2017). Secondo la Yale School of Forestry & Environmental Studies, l’80% della distruzione della foresta amazzonica deriva dalla creazione di pascoli o campi coltivati per il mangime. E quando si parla di mangime, si parla essenzialmente di soia. Il 75% della soia prodotta a livello globale diventa mangime per gli allevamenti intensivi. Se vogliamo ridurre il disboscamento, dobbiamo quindi innanzitutto eliminare o ridurre drasticamente il consumo dei prodotti di origine animale.
  • Posso mangiare carne di animali che hanno vissuto felici?
    • Esistono davvero pochi animali utilizzati per scopi alimentari, in grado di vivere una vita felice. Ma anche il più felice degli animali verrà comunque ucciso prematuramente in un macello per essere consumato e in quel momento proverà paura e dolore, nessuno essere vivente vuole morire. Ė davvero così necessario?
  • Abolirei gli allevamenti intensivi, ma voglio mangiare carne.
    • Più del 90% degli animali utilizzati per l’alimentazione provengono da allevamenti intensivi, luoghi terribili per gli animali, dannosi per l’ambiente e pericolosi per la salute. Questi allevamenti sono stati ideati poter ridurre al minimo gli spazi e garantire l’utilizzo di carne e dei derivati animali in grandi quantità. Non sarebbe possibile eliminarli e continuare a mangiare questi prodotti, perché non ci sarebbe abbastanza spazio sulla terra che consentirebbero di produrre la stessa quantità di proteine animali necessarie a soddisfare la richiesta. Ci si può alimentare con gusto ed equilibrio con un’alimentazione vegetale, una scelta che porrebbe fine alla sofferenza degli animali, consentirebbe di risparmiare le risorse e di nutrirsi in modo sano e completo.
  • La gallina fa le uova. Perché non le mangiate?
    • Quasi la totalità delle galline allevate in Italia per le uova vivono la loro breve vita all’interno degli allevamenti intensivi, costrette in gabbie o in capannoni sovraffollati. Da qui provengono la maggior parte delle uova vendute al supermercato, ma anche quelle utilizzate indirettamente nei dolci, nelle brioches, nella maionese, nella pasta all’uovo e in qualsiasi altro alimento che le contenga. Negli allevamenti intensivi le galline subiscono la mutilazione del becco a pochi giorni di vita, questo per evitare che si feriscano tra di loro a causa dello stress. I pulcini maschi sono considerati scarti perché inutili alla produzione di uova, e vengono uccisi appena nati, tritati vivi o soffocati.
      Allevamenti non intensivi, con meno di 1000 animali allevati, rappresentano solo lo 0,2% del totale (fonte Banca Dati Nazionale). Anche in questo caso la vita delle galline è notevolmente ridotta e culmina necessariamente al macello.
  • Posso mangiare le uova della gallina del vicino/nonno/parente che vivono libere in giardino e non vengono uccise?
    • Le galline in un contesto naturale produrrebbero meno di 100 uova all’anno, negli allevamenti intensivi arrivano a produrne fino a 300. Spesso l’uovo se lasciato alle galline e se non è fecondato, lo mangiano. Sottrarre le uova può provocare stress nella gallina che continuerà a deporre, nella speranza che nascano i pulcini. Solitamente chi smette di consumare uova e impara a sostituirle consapevolmente, riesce a realizzare qualunque preparato senza il loro utilizzo e non ne sente il bisogno. Se però sei in una fase di transizione e ancora non te la senti di abbandonarle, preferire queste uova è probabilmente l’opzione migliore, ma siamo certi che riuscirai ad abbandonarle presto seguendo i nostri consigli! 🙂
  • Ma gli animali tanto morirebbero comunque.
    • Tutti gli animali uccisi dall’industria alimentare sono cuccioli, non pensiamo solo agli agnellini uccisi a 30 giorni di vita. I polli negli allevamenti vivono poco più di 40 giorni, le galline 2 anni, in natura vivrebbero fino a 8 anni. Le mucche finiscono al macello quando la loro produttività inizia a calare intorno a 4-5 anni, i vitelli a 6-12 mesi, in natura questi bovini vivrebbero oltre 20 anni. I maiali che raggiungerebbero anche 15 anni di età vengono spediti al macello a circa 6-12 mesi. Sì, morirebbero comunque come ogni essere vivente, ma negli allevamenti vivono una vita che non può essere considerata tale e vengono uccisi prematuramente.
  • Perché non mangiate il miele?
    • Le api producono il miele a partire dai fiori, tramite un processo simile al processo digestivo, per garantire l’approvvigionamento per l’inverno per tutto l’alveare. Per la produzione del miele, l’apicoltore non si limita a prendere quello in eccesso, ma allontana le api dall’alveare costringendole a costruirne un altro e sostituendo il miele con uno sciroppo di zucchero decisamente più povero di sostanze nutrienti, che le porterà a indebolirsi. Anche se l’allevamento delle api ha metodologie diverse da quelle utilizzate per gli altri animali da allevamento, chi ha una alimentazione vegan sceglie di non utilizzare miele, che può essere tranquillamente sostituito con altri dolcificanti.
  • Ci sono problemi più grandi e voi vi preoccupate degli animali?
    • Difendere gli animali non significa ignorare le altre tematiche. Molte persone che si occupano della difesa degli animali sono persone sensibili ed estremamente empatiche, pronte a difendere qualunque minoranza. Scegliere di non mangiare animali ha inoltre un impatto positivo sul pianeta ed è una scelta che garantirebbe abbondanza di risorse per ogni essere vivente.
  • Se fossi su un’isola deserta mangeresti gli animali.
    • Questa è una delle domande più gettonate e che chi è vegan – almeno una volta nella vita – si è sentito fare. Non esiste alcun motivo per il quale una persona dovrebbe ritrovarsi sola in un’isola deserta, ma anche in questa remota ipotesi, la soluzione più consona sarebbe quella di andare a raccogliere e cercare i frutti che nascono spontaneamente. Cacciare per sopravvivere non è infatti la soluzione più immediata e nemmeno la più semplice. La carne avrebbe un sapore sgradevole senza aromi, non ci sarebbe la possibilità di conservarla perché è una sostanza altamente deperibile e necessita di cottura prima di essere consumata. Inoltre, la maggior parte di noi, non riuscirebbe nemmeno in caso di necessità a uccidere in prima persona gli animali che consuma.
      E poi diciamocela tutta: se l’isola fosse deserta non ci sarebbero quindi neanche animali, no? 🙂
  • Però gli insetti li uccidete (che sono nell’insalata, che involontariamente calpestate).
    • Essere vegan non significa essere perfetti, può chiaramente capitare di uccidere insetti nel cammino, di ritrovarsi i moscerini sul parabrezza quando si va in macchina o ancora di uccidere involontariamente gli insetti che si trovano nell’insalata. Una persona sensibile cerca di limitare al massimo le sofferenze, prestando attenzione a quello che calpesta quando è possibile farlo o salvando gli animali (anche gli insetti!) se li si trova in difficoltà, ma non esiste nessuno stile di vita capace al 100% di risparmiare le vite altrui. Decidendo di non nutrirsene però, si risparmia la vita a tantissimi animali, tenendo conto che il consumo pro capite di pesce e polli è vertiginosamente aumentato negli ultimi anni, arrivando fino a 30 kg pro capite annuo per i pesci e di 20 kg per i polli. Aggiungendo a questi dati anche quelli relativi alla filiera latteo-casearia si raggiungono numeri impensabili.
  • Anche il leone mangia la gazzella, è la catena alimentare, è la natura.
    • Non si può parlare di natura e di catena alimentare, perché non c’è niente di naturale nel processo che noi oggi conosciamo che comporta l’allevamento intensivo. Non è naturale rinchiudere degli animali in gabbie o in capannoni sovraffollati costringendoli a una vita di privazioni per poi macellarli. Troviamo i corpi di questi animali pronti e confezionati al supermercato, spesso in una forma consapevolmente studiata per renderla appetibile e possibilmente senza alcuna menzione all’animale e alla vita che questo ha condotto. La maggior parte delle persone non sarebbe mai capace di uccidere un animale con le proprie mani e addirittura rifiuta la visione dei video in cui questo viene mostrato, perché considerato crudele. Inoltre non siamo decisamente leoni e possiamo benissimo vivere senza carne.
  • Quando vai al supermercato, l’animale è già morto, tanto vale mangiarlo.
    • Il supermercato offre ciò che i consumatori richiedono. Se un prodotto non viene acquistato, verrà presto sostituito con alternative più richieste, perché l’interesse è solo uno: il guadagno. Il potere dei consumatori è immenso ed è questo a stabilire le leggi del mercato. Ne è un forte esempio la vertiginosa crescita delle alternative vegetali che adesso riempiono intere corsie dei supermercati, impensabile fino a 10 anni fa. Quindi se nessuno di noi acquistasse la carne che trova al supermercato o non la ordinasse al ristorante, il numero degli animali allevati diminuirebbe fino a scomparire.
  • Avete ragione, ma io non ce la farei mai, mi piace troppo la carne.
    • Molti dei sapori che noi riconduciamo alla carne e ai suoi derivati sono dati dagli aromi che necessariamente vengono utilizzati per renderla gradevole. Inserendo gli stessi aromi nelle alternative vegetali, si ottengono piatti che ricordano tantissimo la carne, ma provengono da una filiera etica. Gli scaffali dei supermercati sono ormai pieni di alternative vegetali e il sapore di alcune di esse ricordano talmente tanto l’originale da non riuscire a distinguerli. Ma non solo: esistono alternative per ogni prodotto, dagli affettati ai formaggi, non dovrai modificare niente nei tuoi piatti, ma solo sostituire.
  • Non dovete imporre l’alimentazione vegana a tuo figlio/a, dovrà decidere lui/lei.
    • Proponendo ai propri figli alimenti a base di carne e pesce, stiamo già facendo una scelta al suo posto, che lui o lei potrà non condividere in futuro. Sarà sicuramente importante rivolgersi a una persona esperta in alimentazione neonatale, ma non esiste alimentazione più sana di quella vegana (se ben bilanciata) per un bambino, che poi potrà scegliere in autonomia se proseguire o modificare una volta giunto in età della ragione.
  • Essere vegan è una moda del momento e passerà.
    • Plutarco, Leonardo da Vinci, Gandhi e moltissimi altri personaggi storici del passato sono stati dei sostenitori dei diritti animali e avevano un’alimentazione vegetale! Non si tratta certo di una “moda del momento”, ma è una scelta etica e di compassione. I dati Eurispes lo dimostrano: i vegetariani e i vegani sono in continua e inarrestabile crescita e sono destinati ad aumentare sempre di più, perché l’alimentazione che oggi si segue non è sostenibile per il pianeta! L’emergenza climatica in atto è solo uno degli esempi per cui è necessario un repentino cambio di rotta e non potrà essere altrimenti se vogliamo riuscire ancora a vivere serenamente sul nostro pianeta.
  • Cosa dai da mangiare al tuo gatto/cane? Sono vegani anche loro?
    • Le scatolette che si trovano al supermercato destinate agli animali domestici non hanno nulla di naturale e non sono indicate per una dieta salutare, sono infatti carni derivate dallo scarto dell’industria alimentare, imbottite di farmaci e antibiotici. Per un cane o un gatto dopo tutto non è nemmeno “naturale” mangiare mucche, vitelli o altri animali che non sarebbero mai in grado di cacciare, così come non è naturale vivere in un appartamento. In commercio esistono diversi prodotti di origine vegetale (croccantini, “umido” e biscotti) adatti per i propri animali, sono alimenti equilibrati e addizionati con tutte le sostanze e nutrienti necessari, per non far mancare nulla neanche ai nostri cani o gatti.
  • Perché l’alimentazione vegan fa bene al Pianeta?
    • È ormai chiaro che la produzione di carne e prodotti animali ha un impatto enorme sul pianeta. Non è quindi solo quando viaggiamo o installiamo una lampadina che possiamo fare scelte consapevoli, ma anche e soprattutto ogni volta che scegliamo cosa mangiare. Ti elenchiamo di seguito i dati relativi alla produzione di carne e derivati, starà a te trarre le tue conclusioni.

      Emissioni di gas serra: La produzione di carne è responsabile da sola del 18% delle emissioni di gas serra, più del settore dei trasporti. Il problema si aggrava se si considera che il settore zootecnico emette il 65% del protossido d’azoto globale e il 50% del metano: questi gas sono più inquinanti dell’anidride carbonica rispettivamente di 298 e 25 volte (Fonte IPCC).

      Inquinamento e liquami: Gli allevamenti producono enormi quantità di liquami durante l’anno, che vengono prima stoccati e poi dispersi nei terreni agricoli. L’ammoniaca prodotta dalle deiezioni si libera in atmosfera e si combina con altre componenti generando polveri sottili. Gli allevamenti intensivi sono tra i fattori che contribuiscono maggiormente alla formazione di Pm10, secondi solo al riscaldamento delle case. (Ispra)

      Sfruttamento del terreno: tra pascoli e terreni coltivati a mangimi per gli animali allevati si sfrutta il 77% delle terre agricole del pianeta, producendo però solo il 17% del fabbisogno calorico globale e il 33% del fabbisogno proteico globale. Un grande spreco, considerando che nel mondo una persona su nove soffre la fame e una su tre ha una forma di malnutrizione (Global Environmental Change). L’80% della distruzione della foresta amazzonica deriva dalla creazione di pascoli o campi coltivati per il mangime degli animali degli allevamenti (Yale School of Forestry & Environmental Studies).

      Spreco d’acqua: Un burger di manzo ha un’impronta idrica media di 2350 litri: è l’acqua che un essere umano beve in tre anni, equivale a 11750 bicchieri! Un burger di soia, invece, ha un’impronta idrica pari a solo il 7% del suo equivalente di carne (Ecological Indicators).
  • I vegani impongono le proprie scelte agli altri.
    • Ci sono moltissime persone vegane di ogni tipo e ognuna di loro ha il proprio modo di viversi questa scelta. Se hai incontrato una persona che ha esposto il proprio parere in una maniera che hai percepito come aggressiva, hai probabilmente sbagliato interlocutore con il quale affrontare l’argomento 🙂 Il veganismo non può essere imposto (anche perché – nella pratica – come si potrebbe fare?), ma è una scelta frutto di una consapevolezza puramente individuale. Ciò che riteniamo utile fare è informare le persone per aiutarle a essere consapevoli su tutte le problematiche inerenti allo sfruttamento intensivo del pianeta e degli animali, oltre che sui benefici per la salute.
  • Ma perché non bevi neanche il latte e non mangi le uova da allevamenti biologici?
    • Gli allevamenti biologici e all’aperto sono rari rispetto a quelli intensivi, inoltre anche se è vero che le condizioni degli animali al loro interno sono migliori: poco più spazio e mangime biologico, la vita di quegli animali culmina necessariamente con una morte prematura e indesiderata. Chi è vegan pensa che gli animali non siano oggetti a nostra disposizione, ma soggetti con bisogni e desideri propri. Sfruttarli per tutta la loro vita e infine ucciderli per poter mangiare un pasto che dura pochi minuti non può essere eticamente accettabile.
  • Cosa penseranno la mia famiglia e i miei amici?
    • Purtroppo, non tutti riescono ancora a capire perché una persona decida di diventare vegana. La reazione tipica è di chiusura o di preoccupazione, atteggiamenti che sono spesso dettati dalla poca conoscenza di un argomento. Attorno al veganismo esistono molti pregiudizi, perciò il nostro consiglio è di spiegare la tua scelta con apertura, calma e pazienza. Vedrai che con il tempo anche i più testardi capiranno e potranno vedere, anche grazie a te, che questa è la scelta migliore da fare per gli animali, il Pianeta e la propria salute. L’importante è non imporre il proprio punto di vista con arroganza e presunzione, alla fine anche noi abbiamo mangiato carne e derivati, giusto?
  • I vegani sono come una setta, siete dei fanatici!
    • Ci spiace davvero molto se hai conosciuto persone vegane con cui hai avuto una brutta esperienza e ti hanno fatto una cattiva impressione. Comunque no! Non siamo fanatici e diventare vegan non significa entrare a far parte di una setta, non esistono comandamenti da seguire il movimento vegan è composto da persone di tutti i tipi. Ognuno ha la propria motivazione e il proprio percorso, per molti è una scelta di rispetto ed empatia nei confronti degli animali, altri hanno più a cuore le sorti del pianeta, altri ancora decidono di farlo per questione salutistiche. Non bisogna aderire a qualcosa, è una scelta personale che prevede di non utilizzare prodotti di origine animale e a prescindere dalla motivazione i benefici sono tanti, per gli animali il pianeta e la salute.
  • Dove prendi le proteine?
    • Dai vegetali! Una dieta 100% vegetale è in grado di fornire tutte le proteine necessarie al nostro organismo, a patto di avere una dieta equilibrata. Avendo già a disposizione fra gli alimenti vegetali tutti gli amminoacidi dei quali abbiamo bisogno, l’unica cosa della quale dovremmo ricordarci è quella che la natura ci ha sempre insegnato: la varietà. Una dieta equilibrata non può prescindere dall’assunzione di alimenti differenti. Per soddisfare il nostro fabbisogno proteico non c’è bisogno di cercare lontano: in natura esistono tantissimi alimenti vegetali ricchi di proteine come lenticchie, fagioli, semi, broccoli e tantissimi semi oleosi come mandorle, noci e sesamo.
  • Dove prendi la vitamina b12?
    • La b12 è una vitamina indispensabile al funzionamento del nostro organismo ed è prodotta da batteri. È assente in tutti i prodotti di origine vegetale, ma non è detto che sia presente in quantità sufficienti anche nei prodotti di origine animale. La vita artificiale condotta dagli animali da allevamento infatti, non permette loro di entrare in contatto con i batteri produttori di b12 che si trovano nel suolo, e quindi gli vengono somministrati mangimi addizionati con b12. Non solo! Essendo poi, purtroppo, la loro vita molto breve non accumulano nei loro tessuti abbastanza vitamina b12 per esserne una fonte sufficiente. La vitamina b12 non è un “problema” quindi solo di chi è vegano, ma è un nutriente a cui tutti devono prestare attenzione.
  • Dove prendi il calcio?
    • I latticini vengono spesso promossi come l’unica possibile fonte di calcio, nonché la migliore. In realtà nel mondo vegetale esistono numerosi alimenti con contenuto di calcio non solo superiore, che viene anche assorbito dall’organismo in modo più efficiente. Le verdure verdi a foglia larga, le crucifere, i carciofi, i cardi e molte altre hanno in media per 100 grammi lo stesso calcio di un bicchiere di latte vaccino, con la differenza che il calcio delle verdure viene assorbito per il 60% dal nostro organismo, quello del latte vaccino solo per il 30%! Il sesamo contiene lo stesso calcio contenuto nel parmigiano con il vantaggio di non comportare la perdita di calcio dalle ossa, causata invece dagli amminoacidi solforati, abbondanti nei prodotti animali. Altri alimenti ricchi di calcio sono le bevande vegetali addizionate, le mandorle, la soia e i suoi derivati come il tempeh e anche alcuni tipi di tofu e infine, se ciò non vi bastasse anche la semplice acqua di rubinetto!
  • Dove prendi il ferro?
    • Sai quali sono le diete più ricche di ferro in assoluto? Quelle vegane! Una dieta vegana contiene infatti circa il triplo del ferro di una dieta contenente carne e pesce. Si dice che il ferro vegetale venga assorbito con minore efficacia, e questo è in parte vero, ma è un vantaggio: il nostro organismo assorbe ferro solo se ve ne è necessità e quello che serve. Tale meccanismo di regolazione funziona benissimo: gli studi mostrano che la diffusione di anemia da carenza di ferro tra la popolazione vegana e quella onnivora è la medesima! Assorbire il ferro indiscriminatamente (come avviene per quello della carne) non è una cosa positiva, dal momento che è una sostanza fortemente ossidante ed elevati depositi sono associati ad un aumento del rischio di patologie, tra cui quelle cardiovascolari. Il ferro viene maggiormente assimilato dal nostro organismo con una fonte di vitamina C, puoi aggiungere qualche goccia di succo di limone per incrementare il suo assorbimento o accompagnare il tuo pasto con altri alimenti ricchi di questa vitamina come per esempio la rucola.
  • L’omega 3 si trova solo nel pesce?
    • Gli omega-3 sono acidi grassi essenziali, vale a dire che vanno necessariamente assunti con la dieta. Il pesce viene promosso come fonte eccellente di omega-3, in particolare di EPA e DHA, due omega-3 a lunga catena. In realtà anche per il pesce gli omega-3 sono acidi grassi essenziali. Nutrendosi di alghe, assume così il precursore di tutti gli omega-3 (che si chiama acido alfa-linolenico) e lo utilizza per produrre EPA e DHA. Esattamente come possiamo fare noi! È sufficiente assumere acido alfa-linolenico quotidianamente dalle noci, dai semi di chia, dai semi e dall’olio di lino e per poter fabbricare tutti gli omega-3 che ci servono.
  • Ma a me le verdure non piacciono!
    • Molte persone avranno pensato questo, prima di provare a cucinare le verdure diversamente. Quando si pensa alle verdure è inevitabile pensare alle verdure grigliate che spesso ci vengono proposte come contorno al ristorante o alle tristi verdure bollite che probabilmente almeno una volta ci avranno proposto da piccoli come “piatto sano”. La realtà non è così, bisogna solo scoprire le verdure che ci piacciono di più ma soprattutto imparare a prepararle. Ed è un’abilità che si ottiene solo mettendosi in gioco e provando a cucinare! Puoi trovare sul sito www.ioscelgoveg.it tantissime ricette nuove da provare.
  • Cosa mangi quando vai a cena fuori?
    • In quasi tutti i ristoranti esiste almeno un piatto vegan e in ogni città esistono diversi ristoranti specializzati in questo, in cui potrai gustare tante nuove pietanze senza porti il problema. Inoltre moltissimi ristoranti etnici o asiatici hanno già per tradizione una cucina ricca di piatti vegetali buonissimi. Utilizza la nostra sezione ristoranti sul sito per trovare il locale vegan o vegan friendly più vicino a te: www.ioscelgoveg/ristoranti. Ma se ti hanno invitato a cena in un ristorante non specializzato e temi che ti venga proposta una semplice pasta al pomodoro e delle verdure grigliate, la cosa migliore è quella d’informare i ristoratori il giorno prima per permettere loro di organizzarsi. La maggior parte di essi saranno disponibili a realizzare un menù per te, in base anche alle loro conoscenze. Se poi sei a corto d’idee puoi fare loro delle proposte! Saranno lieti di accontentarti e chissà, magari inseriranno i piatti che tu hai proposto nel menu.
  • Cosa potrei mangiare per secondo?
    • Uno dei problemi principali è che siamo abituati all’utilizzo dei legumi come contorno, ma sono in realtà un secondo. Ricchi di proteine, possono essere frullati e manipolati a nostro piacimento con l’aggiunta di aromi per realizzare burger, polpette, polpettoni, wurstel e qualsiasi altro secondo tradizionale. Esistono centinaia di ricette, devi solo provarle! Cerca qui tantissime idee da utilizzare per i tuoi secondi in cucina.
  • Ma la pizza la mangi?
    • Certo che si! Anche la pasta, gli gnocchi, il pane e le focacce e molto altro! L’unica accortezza è che non contengano latte o derivati animali. Sulla pizza al posto della mozzarella si possono aggiungere moltissime verdure, oppure in alcune pizzerie è possibile scegliere anche l’opzione con il formaggio vegetale. Chiedi sempre al cameriere.
  • Gli alimenti vegani costano troppo.
    • Alla base dell’alimentazione vegana ci sono cereali, verdura e frutta, gli alimenti più economici che si possono trovare in circolazione. Per quanto riguarda gli alimenti più elaborati invece, che dovrebbero essere l’eccezione e non la regola, alcuni di questi sono di poco superiori a quelli tradizionali. Rispondono ovviamente alla legge della domanda e dell’offerta, pertanto sono prezzi destinati a scendere con l’aumento della domanda.
  • Non posso diventare vegan, faccio sport.
    • Un’alimentazione vegan per chi pratica sport è consigliatissima, perché fornisce il giusto apporto di proteine, vitamine e sali minerali senza l’introduzione di grassi animali, pericolosi per la salute.Tantissimi dei più famosi atleti del mondo seguono un’alimentazione vegetale! Ad esempio Lewis Hamilton, Carl Lewis, addirittura lo strongman Patrik Baboumian. Per conoscerli tutti e per saperne di più guarda il docu-film The Game Changers, lo puoi trovare anche su Netflix!
  • Posso diventare vegan se ho meno di 14 anni?
    • Assolutamente si, l’alimentazione vegetale è adatta a ogni età e fase di vita. Se stai pensando di diventare vegan, ma i tuoi genitori sono preoccupati, potresti rassicurarli chiedendo di farti seguire da un medico/nutrizionista esperto in alimentazione vegetale. Sul sito della Società Scientifica Nutrizione Vegetariana è possibile trovare un elenco di professionisti divisi per Regioni.
  • Compri le scarpe di pelle?
    • Chi è vegan non compra indumenti con materiali di origine animale: scarpe, cinture, giacche ecc. Tuttavia se sei vegan da poco tempo e hai ancora le tue vecchie scarpe (o altro) di pelle, non c’è nulla di male a indossarle fino a consumarle, ci siamo passati tutti! Quando non saranno più utilizzabili potrai comprarti delle nuove scarpe 100% vegan, ci sono molti negozi ora che le vendono, basta leggere le etichette e verificare che siano tessuti vegetali. Molto spesso si pensa che la pelle sia solo un materiale di scarto dell’industria della carne, ma non è così: la pelle ha un grosso peso nello stabilire il valore economico di un animale. Inoltre, in molti casi, gli animali vengono allevati appositamente per il settore dell’abbigliamento.
  • Vestiti con lana, piume e pelliccia, non le indossi?
    • Chi è vegan non compra indumenti con materiali di origine animale: scarpe, maglioni, giacche con inserti, piumini o altro. Tuttavia se sei vegan da poco tempo e hai ancora degli indumenti che contengono fibre non vegetali, puoi scegliere se continuare a indossarli oppure regalarli, sta a te decidere, ci siamo passati tutti! Se dovrai fare dei nuovi acquisti ricorda sempre di leggere le etichette per riconoscere se ci sono solo fibre vegetali o ci sono anche componenti animali nel prodotto che stai acquistando. A questo link trovi maggiori info su come sono prodotti lana, piume e pellicce.
  • Chi è vegan usa cosmetici?
    • Certo che usiamo i cosmetici! Con l’accortezza di utilizzare marche crueltyfree, qui trovi un elenco.
  • Ho sentito parlare di bambini vegan che sono finiti in ospedale.
    • È sempre importante approfondire e non lasciarsi condizionare dai titoli di giornale studiati per attirare l’attenzione. Infatti, andando a fondo della questione, si scopre che si trattava di casi in cui i genitori sottoponevano i propri figli a una dieta sconsiderata, ma non aveva nulla a che fare con l’alimentazione vegan. Al contrario nessuno parla mai della percentuale di bambini ricoverati ogni anno a causa di una scorretta alimentazione onnivora che provoca gravi problemi di obesità, ipertensione e molto altro.
  • L’amico di mio cugino è stato vegan per un periodo, ma poi ha dovuto smettere perché è stato male.
    • Anche tu per caso hai sentito parlare di questo amico di un lontano cugino che dopo due settimane di alimentazione vegetale è stato male? Cosa dire quindi? Prima cosa: di non basarsi su “ho sentito dire che”, ma informarsi bene e andare a fondo della questione. Seconda cosa: ogni alimentazione se fatta in modo scorretto può fare male. È importante documentarsi e non farsi mancare nessun elemento nutrizionale. Patatine fritte e popcorn sono un cibo 100% vegetale, ma se la mia alimentazione è basata su questi due alimenti ovviamente non è sana e non vivrò a lungo in salute.
  • Ho acquistato un alimento vegano che può contenere tracce di latte/uova ecc. Posso mangiarlo ugualmente?
    • Sì, l’alimento è vegan, la dicitura è obbligatoria per legge e indica che i prodotti sono stati confezionati in uno stabilimento in cui vengono prodotti anche altri alimenti che contengono latte e uova o altri allergeni. L’informazione è relativa agli allergeni, per i quali non si può garantire la non contaminazione accidentale, ma se non figurano tra gli ingredienti i prodotti rimangono vegani, pertanto li consumiamo.
  • Non mangio cibi vegani, non mi piacciono.
    • Davvero non ti piace la pasta al pomodoro? Oppure la pasta e fagioli? La pizza con le verdure, la focaccia oppure più semplicemente la classica frutta o la verdura? Dai non è possibile! Spesso quando si pensa ai cibi vegan ci immaginiamo un triste panetto di tofu crudo, ma non è così, gli alimenti vegetali sono tantissimi e si possono combinare in mille modi diversi per ottenere piatti unici e sempre diversi.

Dona il 5x1000 a Essere Animali
Sostieni i nostri progetti vegan SCOPRI DI PIÚ

SCOPRI DI PIÚ
Chiudi